Oggi abbiamo fatto un “fuori pista”: visita ai Bagni di San Candido e al Monte Baranci.
Anche se non siamo in Cadore, pubblichiamo ugualmente questo percorso perché è facile, adatto alle famiglie e relativamente vicino ad Auronzo (un’ora di auto da Auronzo a San Candido, passando per Misurina).
l percorso in breve
- Zona: San Candido (non è in Cadore)
- Partenza: Hotel sole Paradiso – SS52 Carnica km 124
- Arrivo: Rifugio Monte Baranci
- Lunghezza: 3 km andata
- Dislivello: 400 metri
- Tempo di percorrenza: 1 ora e venti per l’andata – un po’ meno ritorno.
- Difficoltà: facile
- Acqua lungo il percorso: sì
- Adatto per bambini: sì (no passeggino)
- Adatto per animali: sì
Partenza: Hotel Sole Paradiso – parcheggio e rifornimento con Strudel di mele
Arrivati a San Candido abbiamo parcheggiato vicino la casa cantoniera sulla statale SS52 Carnica (km 124) che da San Candido conduce a Sesto. Proprio difronte c’è il bel Hotel Sole Paradiso e dietro la ciclabile San Candido-Sesto, da cui inizia la nostra passeggiata.
CONSIGLIO: abbiamo fatto un piccolo rifornimento per partire carichi. Lo strudel di mele dell’Hotel Sole Paradiso merita una sosta.
Verso gli antichi Bagni di San Candido
La nostra visita ai Bagni di san Candido inizia in piano, percorrendo la pista ciclopedonale che da San Candido conduce a Sesto. Indicazioni e segnali non mancano.
Percorso il primo chilometro troverai una strada che sale verso la montagna e i cartelli che indicano “sentiero nr 7 – 30 minuti”. Da qui inizia la salita: all’inizio sembra ripida e si percorre uno stretto sentiero in mezzo agli alberi, ma poi diventa una comoda carrareccia che sale lentamente.
In trenta minuti da questo incrocio, sei arrivato ai Bagni di San Candido e al primo intermedio del nostro percorso. Siamo a 1280 s.l.m., e abbiamo percorso un dislivello circa di 180 metri dalla partenza. L’acqua non mancherà di certo, né lungo la strada, tanto meno arrivati a destinazione.
Lo stabilimento principale è ancora oggi visibile, anche se decadente, mentre le sorgenti sono incanalate in fontane da cui è possibile bere l’acqua o bagnarsi i piedi in un piccolo stagno di risorgiva. Cartelli ti spiegheranno le proprietà terapeutiche delle acque.
Noi abbiamo svuotato le borracce e fatto rifornimento di questa acqua buonissima.
Un po’ di storia sulla fonte Fiera e i Bagni di San Candido
La sorgente che sgorga a monte dei Bagni di San Candido si chiama Fiera e venne scoperta da un farmacista qui abitante nel 1820. Venne utilizzata negli stabilimenti per curare numerose malattie sia della pelle, che di vari apparati (digerente, urinario, riproduttivo) inclusi disturbi del sistema nervoso come attacchi di panico, depressione e nevrosi.
La sorgente Fiera è classificata ricca di minerali, solfata, calcica, magnesiaca, ferruginosa.
La Chiesa di San Salvatore ai Bagni
Dietro ai vecchi stabilimenti di San Candido c’è la chiesa di San Salvatore ai Bagni.
La cappella è molto antica: la consacrazione avvenne nel 1594, anche se è quasi certo che in precedenza fosse un tempio riconducibile all’VIII secolo e legato al culto delle acque (risalente quindi all’epoca pre cristiana).
Gli interni sono riccamente decorati e in stagione è aperta.
Continuiamo la salita verso il rifugio Baranci
Dopo esserci ristorati, continuiamo la salita verso il rifugio Baranci.
Segui i cartelli: in 40 minuti di camminata (sempre salita) arrivi al rifugio Baranci che si trova all’arrivo della seggiovia del monte Baranci (circa 1500 metri di altitudine). Una bella vista su San Candido ti accoglierà.
Se invece sei stanco, dopo circa 200 metri dall’inizio della salita troverai un cartello che indica il rifugio Jora Hutte e una strada che scende.
Con circa venti minuti di passeggiata sei al rifugio che si trova circa a metà strada della seggiovia (un po’ più in basso quindi del rifugio Baranci).
La strada continua verso San Candido e in altri venti minuti di discesa comoda da questo rifugio sei ritornato all’auto parcheggiata vicino al casa cantoniera.
La foresta e i danni del bostrico dell’abete rosso
Anche qui purtroppo, come accaduto per la foresta di Somadida, abbiamo notato che la battaglia contro il bostrico dell’abete rosso è ancora dura. I dolorosi ma necessari tagli di alberi sono molti, in alcune aree interi crinali. Confidiamo sempre con speranza nelle capacità dei boscaioli e nella forza autorigenerativa del bosco, che, anche se ferito, rimane fonte di bellissima di vita.
Curiosità e leggende
Conosci la leggenda del gallo di Auronzo e di come una vecchia paesana sia riuscita con l’astuzia, ad aggiudicarsi i territori di Misurina e delle Tre Cime, proprio a scapito di San Candido?
Leggi la leggenda del Gallo di Auronzo.
