Camminata dall’Albergo Cristallo (località Federavecchia) fino a Malga Maraia seguendo il sentiero 120d
Malga Maraia è un agriturismo che si trova nel comune di Auronzo, incastonato ai piedi dei Cadini di Misurina. Ci sono varie possibilità per raggiungere questo angolo di Dolomiti da cui godere una vista unica sulle Marmarole: in auto, seguendo la strada carrabile (indicazioni azzurro chiaro) oppure a piedi.
Il percorso che stò per proporti raggiunge Malga Maraia seguendo il sentiero 120d che parte dall’Albergo Cristallo (località Federavecchia) e attraversa il bosco di Pian dei Aer. (Nella cartina percorso GIALLO)
Il percorso in breve
- Zona: Federavecchia – comune di Auronzo (a pochi km da Misurina)
- Partenza: Albergo Cristallo (1350 m)
- Arrivo: Malga Maraia (1700 m)
- Lunghezza: 5+5 km
- Dislivello: 350 metri
- Tempo di percorrenza: 2 ore andata (e altre tante per il ritorno)
- Difficoltà: media
- Sentiero: nr 120 d – carta tabacco nr 17
- Acqua lungo il percorso: sì
- Adatto per bambini: sopra i 10 anni
- Adatto per animali: sì
- Punti di appoggio: Malga Maraia – l’Albergo Cristallo alla partenza è chiuso da molti anni.
Inizio del sentiero 120d – da Albergo Cristallo
Sulla strada che porta a Misurina, qualche chilometro prima di arrivare al lago (verso il km 139), salendo, sulla destra troverai l’Albergo Cristallo. Da qualche anno l’albergo è chiuso, ma il parcheggio è utilizzabile. Siamo in zona Federavecchia e abbiamo appena passato la foresta di Somadida. Da questo punto partono molti sentieri, sia a destra che a sinistra della strada.
Se ti giri verso l’albergo, il Monte Cristallo è ben visibile alle tue spalle.
A fianco dell’Albergo Cristallo imbocca la stradina che in salita attraversa tutti i prati posti dietro l’albergo dismesso. Il sentiero è il 120d e inizia quasi subito con la salita.
Nella cartina pubblicata all’inizio, è indicato con il colore giallo.
La strada bianca si trasforma, dopo le prime curve, in un comodo sentiero a tratti pianeggiante, immerso in un bosco di abeti rossi, fino ad incrociare la strada veicolare, cioè la strada asfaltata che è possibile percorrere in auto per salire alla malga (nella cartina in alto è indicata con il colore azzurro).
Le indicazioni lungo il percorso non mancano. Segui sempre i cartelli che indicano il sentiero 120d.
Attenzione: da questo sentiero è possibile arrivare anche al Rifugio città di Carpi o al Col de Varda (forcella Maraia) sopra Misurina. Può essere una variante di percorso per i più allenati, anche se sconsigliamo entrambe le mete in una sola giornata.
Quando incrocerai la strada veicolare, superala e prosegui dritto.
Ti immetterai in una comoda strada forestale. Il sentiero è a tratti pianeggiante o in leggera salita e camminerai immerso fra abeti, aceri, faggi e larici. In questo ultimo pezzo il bosco è davvero una meraviglia, da contemplare in silenzio.
Quando finalmente si apriranno i pascoli attorno a Malga Maraia sei arrivato. La vista si spalanca sulla catena delle Marmarole ed è impossibile non rimanere incantati da così tanta bellezza.
“Una volta arrivati sulla vetta ci siamo voltati, e ci si è presentata una bellissima vista. L’atmosfera splendidamente chiara; il cielo azzurro intenso; le valli profonde; i profili selvaggiamente frastagliati; i cumuli di detriti ammassati nel corso dei secoli; le rocce dai colori vividi, in contrasto con le quiete montagne innevate; tutto questo insieme creava uno scenario che nessuno avrebbe potuto immaginare.”
Charles Darwin
La discesa – alternativa se ti senti stanco
Al rientro, se ti senti stanco e le ginocchia si fanno sentire (capita, soprattutto se non sei molto allenato), invece di scendere per lo stesso sentiero, puoi percorrere i primi due chilometri seguendo la strada carraia, cioè quella che percorrono le auto per salire a Malga Maraia. E’ asfaltata e ti permette di arrivare più tranquillamente all’incrocio dove riprenderai il sentiero 120d verso l’Albergo Cristallo.
Presta attenzione però a non perdere il punto dove il sentiero 120d incrocia la strada.
Buona camminata!
Curiosità: la leggenda dei Crodères e della Regina Tanna
Osservando il cartello fotografico che si trova vicino alla Malga e che indica i nomi di tutte le cime delle Marmarole, ho trovato indicazioni su una leggenda: quella dei Crodères e della Regina Tanna.
Incuriosita, una volta a casa, mi sono documentata.
Ti lascio il link dove leggere la storia completa della leggenda di questo popolo, i Crodères e della loro Regina Tanna.
Qui sotto la riassumo in breve.
Questa leggenda, come molte altre che parlano di montagna, racconta di una Regina (la Regina Tanna, detta anche la Regina delle Crode) che indossava una corona con un diadema azzurro e regnava sulla natura impervia delle montagne Marmarole e su i suoi abitanti, i Crodères. Quest’ultimi erano esseri simili agli uomini, ma privi di qualsiasi sentimenti, freddi e duri come rocce.
La Regina Tanna però non era del tutto insensibile e aiutava gli esseri umani trattenendo la forza distruttiva della natura, che tra queste montagne, le Marmarole, sapeva essere spietata. Al popolo dei Crodères non piaceva questo comportamento. La stessa Regina Tanna finì per innamorarsi di un umano, il Conte di Aquileia, da cui ebbe un figlio, Selvanèl.
Anche Selvanèl a sua volta si innamorò di una donna umana, Marcora, che lo aveva curato dalle ferite di una spietata battaglia contro il padre, il conte di Aquileia, colpevole di non aver riconosciuto il figlio avuto da Tanna.
I due giovani innamorati, Selvanèl e Marcora, per rifugiarsi dai maligni che non accettavano il loro amore, scapparono sulle Marmarole dalla Regina Tanna.
Ed è qui che avvenne la tragedia: Selvanèl cadde in un burrone, senza che Tanna potesse fare nulla, anche se aveva richiesto (e non ottenuto) l’aiuto del popolo dei Crodères. Marcora morì di crepacuore. L’ira e il dolore della Regina scatenarono la furia della natura che da allora tra queste montagne è insidiosa, tanto quanto la morte stessa.
La Regina Tanna dal suo palazzo di ghiaccio, regna ancora sulle Marmarole e sul popolo dei Crodéres. Accanto al trono tiene due casse d’oro con all’interno i resti dei due giovani sventurati.