Padola: la “stua” e il “troi dei mistieri”

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La “stua” è una costruzione che in passato aveva la funzione di diga, dove iniziava il lungo viaggio del legname, dal Cadore fino alla Serenissima

Venezia è un bosco a testa in giù!” 

Lessi qualche tempo fa questa affermazione in un libro (La stanza delle mele – M.Righetto), e mi colpì molto perché mi fece riflettere sul fatto che “la città più bella del mondo è tenuta a galla grazie alle montagne più belle del mondo…”. I boschi del Cadore sono stati per molti anni i fornitori del legname necessario per edificare i palazzi e le navi della Serenissima. Ne ho parlato anche quando ti ho raccontato i percorsi nella foresta di Somadida, il più grande bosco del Cadore che si trova in comune di Auronzo. Le fondamenta di Venezia, quelle che affondano nell’acqua della laguna, sono sorrette da pali di legno proveniente, in gran parte dalle foreste del Cadore. Da qui anche il vecchio detto “Venezia poggia su di un Cadore rovesciato”.

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La “stua” di Padola
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Le paratie di acqua della “stua” sul torrente Padola

Il lungo viaggio del legno: dalle montagne al mare

Ma come facevano in passato a trasportare il legname dalle montagne al mare? Si calcola che il 40% del legno viaggiasse per via fluviale, con un affascinante e complesso sistema di trasporto fatto di ingegno, persone capaci, tanto lavoro e fatica. Ed è proprio a Padola, alla vecchia “stua che questo viaggio aveva inizio.

Gli alberi, dopo essere stati abbattuti, sramati e scortecciati, venivano tagliati in tronchi di circa 4,2 metri, misurati con un calibro e ammassati sul torrente, non prima che venisse impresso sul legno il segno identificativo del proprietario. I tronchi così erano pronti per il lungo viaggio che li aspettava. La “stua” di Padola funzionava come una diga: le paratie venivano prima chiuse e l’invaso a monte, dove scorre il torrente Padola, riempito di acqua. Quando arrivava il momento della partenza dei tronchi, la paratia veniva alzata e la potenza impetuosa dell’acqua, fuoriuscendo, trascinava a valle il legname. Lungo tutto il percorso si trovavano altri uomini che con delle pertiche uncinate, provvedevano ad aiutare il fluttuare dei tronchi verso valle. 

Questo sistema consentiva di arrivare, con la forza della spinta creata dalla diga, fino a Perarolo, dove il legname era caricato su zattere e viaggiando sul fiume Piave, portato a Venezia.

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Il torrente Padola a monte della diga

Come arrivare alla “stua” di Padola

Provenendo dal Passo Sant’Antonio, bisogna passare il centro di Padola. Dopo circa 300 metri, sulla destra, imbocca una strada – Via Stua. E’ una strada chiusa per questo ti consiglio di lasciare l’auto nella piazza principale e proseguire a piedi. Al termine della strada asfaltata troverai un segnale in legno che indica dove andare per visitare la “stua”. L’area è molto ben attrezzata e anche la piccola discesa per scendere verso il torrente è ben curata. Troverai cartelli e spiegazioni della storia della “stua” e del viaggio del legname, sia all’esterno che all’interno dell’edificio.

Allego una piantina con le indicazioni dei luoghi da visitare. 

Carta Tabacco di riferimento: nr 17

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Padola – cartina Tabacco 17

Altre curiosità e informazioni

La “stua” di Padola è una costruzione di pietra e legno alta 16 metri, risalente al 1500 e funzionò fino al 1882. Ebbe vari proprietari e fu restaurata diverse volte nel corso dei secoli, per far fronte ai danni causati dalla forza dell’acqua. 

L’ultimo restauro risale al 1999, quando è stato ricostruito il porticato superiore in legno e nel 2012 al suo interno è stato creato un piccolo museo. Molto bella è la scalinata in pietra (originale) che dal piano superiore della “stua” conduce alla zona delle paratie.

Dalla diga parte un sentiero che scende verso il greto del torrente Padola, dove è possibile ammirare la bellezza della struttura anche da sotto.

Il museo della “stua” di Padola

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Come si tagliava il legno nel bosco
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Il museo della “stua”
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Il sistema del Piave

Altri sentieri a Padola: il “troi dei mistieri”

Se ti rimane del tempo a disposizione, a Padola puoi visitare anche il “Troi dei mistieri”. La parola “troi” in dialetto significa proprio sentiero, mentre i “mistieri” sono i lavori di una volta. Questo è un sentiero che inizia dal centro di Padola e conduce, attraversando il bosco, verso la frazione di Dosoledo.

Lungo tutto il percorso è possibile ammirare delle sculture di legno che rappresentano gli antichi lavori di una volta. È un percorso che posso definire quasi didattico, rivolto a conoscere la cultura del lavoro in montagna perché, mentre alcuni mestieri esistono ancora oggi, altri invece sono ormai scomparsi e queste testimonianze aiutano a mantenere la memoria della civiltà contadina del passato.

Ne ho fotografati alcuni, ma non tutti, per non toglierti il piacere della scoperta. Il sentiero si imbocca dalla piazza di Padola (trovi cartelli che indicano dove andare). Dopo circa 300 metri si entra nel bosco e la strada diventa un vero proprio “troi”. 

Da Padola a Dosoledo sono circa 1,2 km con una discesa di 85 metri di dislivello e una salita di 115 metri. Si scende fino al torrente, per poi risalire verso il centro di Dosoledo. Per questo percorso servono scarpe da trekking e attrezzatura adeguata, mentre per visitare la “stua” possono essere sufficienti delle comuni scarpe da ginnastica.

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Sentiero il “troi dei mistieri” a Padola

Note e precisazioni

Padola non è un comune del Cadore, ma bensì del Comelico Superiore. Essendo in ogni modo vicino ad Auronzo e raggiungibile in trenta minuti di auto, penso possa essere un percorso interessante e una meta da visitare durante il tuo soggiorno in Cadore

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